Dal bancone allo stadio: pasta madre for dummies!



Rieccomi dopo più di una settimana.
Nell'ultimo post ero in prova in una panetteria.
Ritorno con un lavoro da hostess.
Della serie o tutto o niente.
Ma in certe situazioni devi fare una scelta, e affidarti anche un po' al tuo istinto.
Se ce l'hai.
Ecco, io non ne ho.
Sono quella che a 16 anni ha spinto l'Artista verso una ragazza "perchè è sicuro che le piaci"; e si è rivelato che a rispondere ai messaggi era il ragazzo di lei.
Sono quella che se stai provando ad avere un figlio, e ti dice "mi sento che è la volta buona", non devi neanche fare il test 'chè sarà senz'altro negativo.
Le mie sensazioni 9 su 10 non sono giuste.
Se non si è stati forniti del dono dell'istinto bisogna affidarsi ad altro.
Perciò ecco che entra in gioco il cugino più "razionale": l'intuito.

Mi sono trovata davanti ad un bivio.
Un sentiero era ben fatto, sicuro; ma portava in un piccolo villaggio dove le opportunità sarebbero state limitate.
L'altro era un po' sconnesso ma praticabile, almeno per il primo tratto; in fondo sembrava esserci una piccola cittadina, ma essendoci un po' di nebbia non era chiarissimo.
La mia idea iniziale era quella di fare la spola tra uno e l'altro, ma non era fattibile per un sovrapporsi di orari per l'entrata e l'uscita dai due luoghi.
La paura di prendere la decisione sbagliata, di pentirmi o di rimpiangere, più una buona dose di insicurezza, non mi aiutavano.
"Se andrò nella cittadina potrei trovare più opportunità e più stabilità. Però c'è quella nebbia che non vuole andare via e permettermi di vedere cosa ci sia realmente laggiù. E la strada, per quanto praticabile, è fangosa e dissestata; strano perchè dovrebbero essere organizzati", ho pensato davanti al primo sentiero.
"Quest'altro invece è ben fatto, il paesino è veramente carino e si capisce essere sicuro ed accogliente, ma le occasioni saranno sporadiche".
Fortunatamente l'intuito è entrato in gioco, e mi ha spinta a trovare il coraggio di domandare al sindaco del villaggio più grande qualche informazione.
Come mi aspettavo le risposte non erano minimamente rassicuranti.
Più domande facevo, più le risposte diventavano chiaramante false. Le parole fluivano dalla bocca del sindaco con sicurezza; quella sicurezza di colui che sa di vivere in un momento difficile per tutti, dove ci sarà sempre qualcuno pronto a farsi prendere in giro nella speranza che "magari poi..."
Il discorso che mi ero preparata l'ho mandato a farsi friggere.
Mi sono scusata, ho detto come stavano le cose, e mi sono incamminata in quel sentiero con i cigli bordati da un manto di erbetta verde, immaginando quali poveri santi quel sindaco avrà tirato giù.
E ho fatto la scelta giusta.
Nella presunta cittadina non avevo un futuro, le promesse erano firmate nell'aria.
Certo, nel paesino non andrò avanti così per sempre, ma è una nuova esperienza che, sebbene mi faccia agitare ugualmente, non mi spiace.

Tralasciando l'allegoria che rendeva meglio l'idea, alla fine ho abbandonato la panetteria per fare l'hostess.
Allo stadio.
Io che sto allo sport e all'attività fisica come Berlusconi sta alle buone maniere.
Ma è una nuova esperienza, che mi butta in un mondo per me totalmente nuovo e che, già dalla prima volta, mi ha fatto svegliare!
Non mi dilungo ulteriormente e rimando la continuazione al prossimo post!

***
Avevo detto che non mi sarei arresa, e non l'ho fatto! Eccomi con la mia pasta madre.
E' giovane, un po' debole e leggermente acida. 
Non è stata semplice, ma con impegno e dedizione ho ottenuto quel piccolo impasto per il quale ho già grandi progetti.
Sono inesperta, quindi non potrò dare consigli che diano vita ad un lievito naturale con semplicità.
Ma proprio da inesperta posso dare qualche consiglio che mi abbia aiutata -dopo ben tre tentativi- nel fare nascere la mia pasta!


Ingredienti
- 200g di farina
- 100g d'acqua minerale
- 1 cucchiaino di miele

Procedimento
Come sapranno anche i muri, metti la farina a fontana, all'interno aggiungi l'acqua ed il miele, e impastando crei un panetto bello liscio, che lascerai in un barattolo per 48 ore.
A questo punto dovrebbe essere lievitato un pochino. Se così non fosse, nessun problema: prendi il panetto, lo pesi, aggiungi pari peso di farina e metà peso di acqua; impasti e riformi la pallina di pasta.
Continui così fino a che non raddoppierà di volume in 4 ore.
A quel punto potrai lasciare in frigo e rinfrescare ogni 7 giorni circa con pari peso di farina e metà di acqua.

Il primo pane: troppo acido e poco salato. Ma totalmente naturale!


Ma...
Se un minimo ti interessa il lievito naturale saprai già tutto questo e probabilmente anche tutti gli altri metodi.
E' a livello pratico che le cose sono diverse. 
Puoi fare tutto alla perfezione e ritrovarti con un ammasso di farina e acqua che non crescerà neanche a pregarlo.
Quindi ecco alcune cose che, da incapace, ho notato:
- le dosi ed il metodo sopracitati sono quelli con cui mi sono trovata meglio.
- ho sempre usato la farina 00. Poi ho provato ad aggiungere un po' di manitoba. Non so se sia stata 
  quest'ultima, ma da lì la lievitazione è aumentata notevolmente. Se hai avuto problemi, inizia con 150g di 00 
   e 50g di manitoba!
- l'acqua è sempre meglio che sia tiepida. Se ne hai di frizzante sostituiscila a quella normale: non farà 
   miracoli, ma aiuterà un po' con la sua anidride carbonica.
- dopala! Ci sono mille modi per dopare la pasta madre: miele, mele, uva, yogurt. Non aver paura di darle 
  qualcosina che le dia un po' di forza.
- i primi giorni, passate le 48 ore, tieniti pronto a rinfrescare molto. Ero sempre restia a farlo, ma dopo un 
  paio di giorni ha cominciato a crescere. Quindi più volte lo fai (anche ogni 12 ore) meglio è.

La cosa più importante però è usare l'istinto (o l'intuito!) e i tuoi sensi per capire cos'è che non va. 
Annusa il barattolo e senti l'odore: se non si sente molto quello di lievito, aggiungi un po' di miele al primo rinfresco; se trovi sia troppo molle, la volta successiva metti meno acqua. 
Ho sempre seguito alla lettera i manuali ed i consigli scovati on-line, utilissimi, ma non adatti a tutti i casi.
Quando ho cominciato a fare come pensavo fosse meglio sono riuscita. 
La teoria va seguita fino alla prova contraria della pratica!


Allora, io ci sono riuscita: se non ce l'hai già cosa aspetti a farla?

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